Teatro Sociale

Teatro Mina Mezzadri

Sala storica del teatro bresciano, oggi dedicata a progetti culturali e di nuova drammaturgia

Sala storica per il CTB, oggi dedicata a progetti di nuova drammaturgia

Il monastero di Santa Chiara vecchia, la cui Chiesa è oggi il Teatro Mina Mezzadri del Centro Teatrale Bresciano, ha origini incerte. Le prime notizie documentate risalgono al XIII secolo, quando, nel 1255, papa Alessandro IV pose sotto la sua protezione le monache di clausura dell’Ordine di San Damiano, seguaci della regola benedettina, poi francescana: era a loro concesso il pieno possesso del sito. Nessuna traccia è rimata degli edifici che costituivano questo primo insediamento, poiché nel tempo furono operate numerose trasformazioni e rifacimenti.

Nel 1580 San Carlo Borromeo si recò in visita apostolica al monastero, e, come riportano le cronache, la chiesa di presentava “abbastanza ampia, decorosa e tutta voltata”. Costituita da due spazi distinti, la chiesa prevedeva uno spazio pubblico con affaccio su contrada Santa Chiara e uno interno per le monache. Tra la seconda parte del Seicento e l’inizio del Settecento il complesso registrò importanti ampliamenti e rifacimenti; ultimo e più importante, del 1756, la scalinata monumentale di Girelli, con statua di Santa Chiara attribuita a Calegari.

Sull’onda delle massicce soppressioni di enti religiosi ed ecclesiastici nelle zone di controllo francese, il convento fu soppresso nel 1797, divenne caserma nel 1804, poi sede del collegio di Giuseppe Baldoni. Passato al collegio Peroni nel 1830, mantenne la funzione educativa e ospitò i feriti di San Martino e Solferino nel 1859.

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Nel 1887, con la chiusura del collegio a seguito della riforma scolastica, l’ex convento fu acquisito dal Comune di Brescia. Alla fine del XIX secolo ospitò per alcuni anni il Pio Istituto dei Derelitti.

Dal 1881, accanto all’ingresso della Chiesa di Santa Chiara, sorgeva un piccolo teatrino noto come “Teatrì del fic” o “dei starlöc dèl Mèla”, chiamato così per un fico secolare nel cortile. Ospitò prima la filodrammatica “S. Maria ad Elisabetta”, poi quella di “San Tomaso”.

Nel 1908, per far fronte al crescente numero di allievi, il Comune trasferì nell’ex convento la Scuola Moretto. Tra i suoi indirizzi figuravano corsi di Disegno geometrico, architettonico e ornamentale; da qui uscirono decoratori murali tra i più noti del primo Novecento bresciano. La ex Chiesa venne così trasformata in aula-laboratorio meccanico, attrezzata con macchinari moderni. Mantenne tale funzione per oltre cinquant’anni. Nel 1961, con il trasferimento della Scuola Moretto nell’ITIS Castelli, il complesso si apre a una nuova storia, legata a un gruppo di giovani bresciani decisi a rinnovare il teatro, rendendolo centro vivo di cultura e confronto per la città.

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Nel 1960 la Compagnia della Loggetta, in cerca di una sede adeguata, ottenne dal Comune l’ex Chiesa di Santa Chiara. Grazie all’interessamento del sindaco Bruno Boni e di Renzo Bresciani, lo spazio fu assegnato al gruppo guidato da Renato Borsoni. Oltre alla sala, furono concessi anche locali per uffici, laboratorio scenografico e il chiostro. Altre parti dell’edificio ospitavano sezioni dell’Istituto Professionale femminile.

Dopo rapidi lavori di adattamento, il 7 giugno 1963 il teatro fu inaugurato con I giganti della montagna di Pirandello, regia di Mina Mezzadri. Sotto la gestione della Loggetta, poi del CTB, il Santa Chiara divenne uno dei principali teatri di ricerca italiani dove nacquero memorabili spettacoli per la regia di Mezzadri, Castri, Garella, Sequi, Lievi, Bucci e Sgrosso, Branciaroli e E. Pozzi. Anche moltissimi dei migliori esponenti del teatro bresciano hanno contribuito a costruire la fisionomia di questo luogo, con le loro regie, testi, progetti e interpretazioni: da Costanzo Gatta ad Achille Platto, da Bruna Gozio a Edi Gambara fino ad artisti di fama nazionale come Conti, Cabra e Micheletti.

Negli anni ’80 furono ristrutturati foyer e uffici. Con la destinazione del complesso all’Università (anni ’90), il CTB mantenne il teatro, i camerini e parte del piano terra. Nel 2004 e 2012 furono effettuati interventi strutturali e conservativi. Il teatro Santa Chiara riaprì il 22 aprile 2013 e fu intitolato a Mina Mezzadri; dal 2018 il foyer ne celebra la memoria.

Tra il 2021 e il 2023 il teatro fu nuovamente oggetto di ammodernamento, con nuovi camerini e boccascena. In tale occasione furono realizzati anche significativi lavori di efficientamento energetico della struttura grazie a una azione di sostituzione dei corpi illuminanti con soluzioni a elevata resa energetica estesa alla zona del palcoscenico, del retropalco, dei camerini e del foyer.


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