Prima della pensione - ANNULLATO
ANNULLATO PER CAUSE DI FORZA MAGGIORE. LO SPETTACOLO SARA' RIPROGRAMMATO AL TEATRO SANT'AFRA DAL 27 APRILE AL 3 MAGGIO

DAL 28 FEBBRAIO 2020 AL 08 MARZO 2020 - Teatro Mina Mezzadri

ANNULLATO PER CAUSE DI FORZA MAGGIORE.
LO SPETTACOLO SARA' RIPROGRAMMATO AL TEATRO SANT'AFRA DAL 27 APRILE AL 3 MAGGIO

SI PREGA DI CONTATTARE LA BIGLIETTERIA (030 2808600 - BIGLIETTERIA@CENTROTEATRALEBRESCIANO.IT) PER INFORMAZIONI SUL RECUPERO DELLO SPETTACOLO

 

di Thomas Bernhard
traduzione Roberto Menin
progetto, scene e regia Elena Bucci e Marco Sgrosso
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Elisabetta Vergani
disegno luci Loredana Oddone
drammaturgia e cura del suono Raffaele Bassetti
supervisione costumi Ursula Patzak
produzione Centro Teatrale Bresciano 
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione
collaborazione artistica Le Belle Bandiere

 

In una casa austera, semibuia e impolverata dagli anni, con finestre socchiuse verso un esterno che li affascina e spaventa con il suo continuo mutare, i fratelli Rudolf, Vera e Clara vivono prigionieri di riti ed abitudini rigorose, che scandiscono il senso della loro esistenza e dei loro rapporti. Ogni 7 ottobre, anniversario del compleanno di Himmler, Rudolf, giudice del tribunale ormai prossimo alla pensione ed ex ufficiale delle SS - uomo inflessibile, acuto ed intransigente ed al tempo stesso tronfio, volgare e paranoico - celebra regolarmente nel segreto delle mura domestiche la ricorrenza più amata con una sontuosa cena, allestita con cura da sua sorella Vera - amante incestuosa e musa devota, creatura amabile e perfida, docile e abietta al tempo stesso - alla quale partecipa anche la glaciale e tagliente Clara, la sorella minore inferma, vittima e implacabile guastafeste dell’idillio nazista in salsa familiare dei suoi fratelli, ma anche loro complice e carnefice. Tra recriminazioni incrociate, agghiaccianti rievocazioni di memorie d’infanzia e di guerra, ridicole mascherate, brindisi spettrali e un sinistro album fotografico risfogliato nostalgicamente anno dopo anno, si consuma un gioco-rito fuori tempo tra tre dannati, che precipita verso un finale sospeso tra dramma e tragica ironia, elementi di cui è intrisa tutta la commedia stessa, definita da Benjamin Heinrichs “il più complicato, il più sinistro, il testo migliore di Bernhard”. I tre paiono trovare una ragione di vita soltanto nel morboso incatenarsi l’uno all’altro, fantasmi nevrotici che sbiadiscono se lasciati in solitudine, immersi in fiumi di gesti e parole che si ripetono e contraddicono, incapaci di salvarli da loro stessi e dal cumulo di menzogne, nostalgie e orrori che li abitano. Bernhard, senza nulla risparmiare al loro cieco fanatismo e alla loro mostruosità morale, riesce a renderci i fratelli Holler vicini, a tratti paradossalmente empatici, proprio rivelando con una perizia magistrale tutta la loro miseria, il tragicomico infantilismo, la disperata angoscia e l’aridità grottesca che li divora. Elena Bucci e Marco Sgrosso, con questo perfido dramma nero che si rovescia continuamente in comica farsa, rendono un omaggio indimenticabile, dai toni stralunati e spettrali, a uno dei maggiori autori teatrali del Novecento, capace di leggere in profondità l’animo umano e di registrarne le contraddizioni, fino a farle esplodere in tragedia e in riso raggelato, attraverso una scrittura ironica, tagliente, asciutta.

Durata: 2 ore e 30 minuti

 

 


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