Matteotti Medley

di e con Maurizio Donadoni
regia Paolo Bignamini
scene e costumi studenti del Biennio di Scenografia
dell’Accademia di Brera 
Eleonora Battisi, Gaia Bozzi, Hefrem Gioia, Martina Maria Pisoni, Giada Ratti, Valentina Silva, Alessia Soressi
coordinati da Edoardo Sanchi
disegno luci Pietro Bailo
assistente alla regia Giulia Asselta
produzione Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con Fond’azione dopolavoro
spettacolo realizzato con il contributo di NEXT 2021

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A causa di ragioni organizzative, lo spettacolo Matteotti Medley, in programma dall’8 al 14 marzo al Teatro Mina Mezzadri per la Stagione 2023/2024 del CTB, sarà ospitato al Teatro Sociale in un’unica data, il 29 aprile 2024.
Gli spettatori originariamente in possesso di biglietti e abbonamenti per lo spettacolo hanno diritto ad assistere alla nuova recita in programma.
A partire dal 23 febbraio 2024, la Biglietteria del CTB contatterà direttamente tutti i possessori di biglietti e abbonamenti per informare circa la nuova collocazione sulla pianta del Teatro Sociale.

Parlando a dei coetanei del tempo, un Giacomo Matteotti poco più che ventenne aveva detto: “Ogni epoca ha avuto i suoi martiri, le sue vittime, gli inutili eroi che, col loro sacrificio, hanno aperto gli occhi e la strada agli altri”.

Vent’anni dopo, il 10 giugno del 1924, in un martedì di sole, a Roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, quello stesso “ragazzo” veniva rapito e ucciso da un gruppo di “arditi” del fascio milanese, squadraccia della cosiddetta “Ceka fascista”, organismo voluto da Mussolini per mettere a tacere gli oppositori al fascismo.

Matteotti Medley ripercorre questa storia. Una narrazione d’un solo attore, ma a molteplici voci, che si espande in uno spazio scenico nitido, scarno e rigoroso: luogo dove il passato prende corpo attraverso corpo e voce dell’interprete; dove il racconto documentale si fa testimonianza funambolica tra grande storia e piccole storie.

Con la regia di Paolo Bignamini, Maurizio Donadoni ci interroga direttamente su questa vicenda, e ci chiama a rispondere a una domanda che suona sempre più fondamentale: che valore ha, per noi, oggi, la democrazia?

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