di Angela Dematté
regia Andrea Chiodi
con Mariangela Granelli e Ugo Fiore
scene Guido Buganza
luci Cesare Agoni
musiche e suoni Daniele D'Angelo
costumi Ilaria Ariemme
produzione Centro Teatrale Bresciano

Questa è la storia di Valeria e di suo figlio Youssef, del loro amore incondizionato e della fede all’Islam, che pure li lega. Valeria non è nata musulmana, si è convertita per amore di un uomo, l’ha fatto con convinzione e determinazione, e ha poi educato i suoi figli a quella fede.

L’adesione all’Islam di Valeria è un’evoluzione della sua personale ricerca di senso, di totalità, iniziata ancor prima di sposarsi, ai tempi dell’esperienza del Terzo teatro.

Youssef ora ha vent’anni, e anche lui è in cerca della stessa totalità, di una pienezza di significati, ha sete di giustizia sociale e pretende per sé e per il mondo una dimensione sacra.

Madre e figlio si confrontano. Il dialogo tra i due è serrato, i pensieri sono profondi, le domande dense di aspettativa. Ma qualcosa non è come Valeria l’aveva immaginata, c’è una zona d’ombra inquietante e spaventosa nelle parole di Youssef. Mentre parla con lui, si rende conto che, nel suo percorso verso la conversione a una fede che credeva grande e potente, ha rimosso la parte laica di sé e non ha trasmesso a suo figlio categorie di pensiero fondanti.

Quello stesso figlio, ora, chiede risposte e relazione, ma ha nuovi maestri: sono i propagandisti del mondo musulmano radicalizzato.

Al centro dello spettacolo c’è il tentativo di una madre di comprendere e fermare la deriva radicale del figlio. Ma anche l’espressione delle terribili conseguenze della ricerca e del bisogno di senso di un ragazzo di vent’anni, e un’intensa riflessione sulle manipolazioni di un sistema di potere che usa il sacro per affermare se stesso. Andrea Chiodi firma la regia di questo emozionante spettacolo, che vede protagonisti Mariangela Granelli e Ugo Fiore.

Teatro Mina Mezzadri


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