da Henrik Ibsen
progetto, elaborazione drammaturgica e regia Elena Bucci e Marco Sgrosso
con Elena Bucci, Marco Sgrosso e tre attori in via di definizione
disegno luci Loredana Oddone
drammaturgia e cura del suono Raffaele Bassetti
scene e costumi Nomadea
assistente all’allestimento Nicoletta Fabbri
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con Compagnia Le Belle Bandiere
Elena Bucci e Marco Sgrosso rileggono uno dei drammi più significativi di Ibsen, componendo un viaggio attraverso le stanze segrete di una casa che diventa simbolo di relazioni, dubbi, inquieti sguardi sul futuro.
“Da un presente nel quale vacillano molte conquiste civili che sembravano acquisite, ci rivolgiamo a questo testo del 1886. Come mai? Torniamo a un secolo nel quale troviamo le radici di molte contraddizioni che stiamo vivendo e il cui movimento di idee continua a nutrire il nostro immaginario. Andiamo in cerca di quello che siamo, studiando quelli che eravamo. Siamo in casa dei Rosmer, dimora di una famiglia che vanta una centenaria genealogia di uomini vissuti nella certezza di essere nel giusto. La casa emana autorevolezza, è il simbolo di una vita agiata, rigorosa. Eppure, in Casa Rosmer non si ride mai. È qui che si consumeranno molti simbolici conflitti, innescati da una potente voglia di rinnovamento, in un clima di tensione in cui si moltiplicano i dubbi. Quanto il passato ci guida, quanto ci incatena? Come equilibrare privilegiati e diseredati? Come trovare la forza di essere consapevoli di sé? Esiste felicità senza innocenza? In questa casa simbolo di continuità, i protagonisti cercano di strapparsi al passato, con il suo peso di obblighi, colpe, errori, per proiettarsi in un futuro dove possano sentirsi utili, servire la verità, la libertà. Ma sono loro stessi i primi a tenere in vita i fantasmi che sbarrano la strada. Questa favola cupa, dove relazioni, personaggi e dialoghi solo in apparenza naturalistici scivolano nel simbolico, lascia un imprevedibile spazio all’umorismo, quando si intravedono le paure e le mediocrità di ognuno dei personaggi, che tanto somigliano a quelle di noi tutti. Casa Rosmer è un palcoscenico, è il mondo. Affacciati alla grande finestra del sipario attori, personaggi, pubblico, spiano l’uno nell’altro il futuro”.
Elena Bucci