di Euripide
traduzione e adattamento Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
regia Laura Sicignano
con Manuela Ventura, Egle Doria, Lydia Giordano, Silvia Napoletano, Alessandra Fazzino, Antonio Alveario, Franco Mirabella, Aldo Ottobrino, Silvio Laviano 
musiche originali eseguite dal vivo Edmondo Romano
scene e costumi Guido Fiorato
movimenti di scena Ilenia Romano
luci Gaetano La Mela
video e suono Luca Serra
regista assistente Nicola Alberto Orofino
produzione Teatro Stabile di Catania

Questa tragedia, l’ultimo capolavoro euripideo, composta alle soglie degli ottant’anni durante l’autoesilio in Macedonia, è un’opera che non cessa tuttora di sconvolgere per il suo messaggio inquietante e ambiguo, con cui l’autore sembra rinunciare definitivamente all'idea che vi sia una forza ordinatrice e positiva a fondamento del Cosmo.
Bacco, entità androgina, spietata ed eversiva, è colui che tiene segretamente le fila di tutti gli eventi, la divinità che più di tutte tra i greci rappresenta il Caos e il legame con la Zoè, la forza vitale e primordiale che tutto attraversa. Dio e disordine in lui finiscono per identificarsi.
Un mondo rovesciato dove il razionale Penteo - re di Tebe, città sconvolta dall’arrivo dei culti dionisiaci - viene gioiosamente massacrato dalla sua stessa madre invasata dal Dio, dove i vecchi sono follemente saggi e amorali, dove le donne non rispettano le regole della società maschile e si inebriano danzando e fondendosi con la natura.
Un universo attraversato dalla follia e dalla violenza, dove la legge e l’ordine conosciuti sono travolti da una forza divina tremenda e irresistibile, che distrugge per ricreare secondo nuovi parametri.
Nell’allestimento della regista Laura Sicignano questi elementi sono riletti alla luce del nostro presente, in cui sembra che la cultura occidentale stia attraversando una fine e un nuovo inizio, per restituire sulla scena tutta la forza dirompente di questa potentissima tragedia.


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