di Valerio Massimo Manfredi
drammaturgia e adattamento testo Francesco Niccolini
regia Alessio Pizzech
scene Antonio Panzuto, costumi Cristina Da Rold
disegno luci Nevio Cavina
musiche originali Dario Arcidiacono e Davide Summaria
con Sebastiano Lo Monaco, Maria Rosaria Carli, Turi Moricca, Carlo Calderone
e una orchestra di 14 sassofonisti in scena
produzione SiciliaTeatro
Valerio Massimo Manfredi – scrittore di fama internazionale – ha dedicato due romanzi a Ulisse: il primo racconta le gesta dell'eroe dall'infanzia fino alla distruzione di Troia, il secondo dalla partenza da Ilio dopo la fine della lunga guerra, fino all'arrivo a Itaca. Una rievocazione del mito intensa e poetica, che il regista Alessio Pizzech e il drammaturgo Francesco Niccolini hanno voluto trasformare in materia teatrale. Questo Ulisse compie una strada lunga e contorta, riparte dal suo ritorno a Itaca, dal primo incontro con Telemaco: un viaggio per attraversare la vita di un uomo, anche se quest'uomo ama farsi chiamare Nessuno. Sebastiano Lo Monaco dialoga con i molti fantasmi di questa storia, in particolare le donne e gli eroi che Odysseo ha incontrato sulla sua faticosissima strada. Perché molte sono le donne che ne hanno turbato la vita. Così come molti sono gli uomini che mai potrà dimenticare, uomini valorosi e disperati, consapevoli del loro destino di morte. Una sinfonia dunque, un canto, che trova una forma drammaturgica originale, sorprendente, perché non sarà il furbo Ulisse senza limiti ad apparire allo spettatore, ma un uomo ancora più moderno, sopravvissuto a una guerra dove ha conosciuto la paura, provato da dieci anni di morte e naufragi, mancati ritorni e misteriosi sussurri del desiderio.
La cosa che più mi ha affascinato nei due romanzi di Manfredi è la dimensione dubbiosa e riflessiva del suo Ulisse. il Secondo passo sono stati i fantasmi: sì, perché in questo lungo racconto ci sono una infinità di fantasmi, visioni, ricordi e rimpianti. Persone cadute in battaglia, amate o tradite. Il terzo passo sono le armature, perché questo è un cimitero di armature: siamo sul campo di battaglia davanti alle porte della città di Troia, e al tempo stesso sulla spiaggia di Itaca dopo l'ultimo naufragio che ha riportato Ulisse a casa. Il quarto passo non poteva che essere un teatrino dei pupi. Anzi, non un teatrino, ma qualcosa grande come il mondo: un super teatro dei pupi, dove Lo Monaco possa cantare la storia di Ulisse e gli attori, penetrando i corpi/armatura di tutti i fantasmi della sua vita, fargli da coro. Pezzo dopo pezzo abbiamo generato un mondo, un meraviglioso teatrino popolare con banda, dove la gioiosa e terribile morte dei pupi torna a trovare un senso, con tanta emozione e poesia.
Passo dopo passo - note di drammaturgia di Francesco Niccolini