Il Maestro e Margherita

DAL 17 FEBBRAIO 2020 AL 19 FEBBRAIO 2020 - Teatro Mina Mezzadri

da Michail Bulgakov
drammaturgia Fabrizio Sinisi
regia Paolo Bignamini
con Matteo Bonanni, Mario Cei, Federica D’Angelo, Luciano Mastellari
scene e costumi Gregorio Zurla
disegno luci Fulvio Michelazzi
un progetto di Gabriele Allevi e Paolo Bignamini
produzione Teatro de Gli Incamminati / deSidera
in collaborazione con ScenAperta Altomilanese Teatri

 

A partire dal capolavoro di Bulgakov, la riscrittura de Il Maestro e Margherita compiuta da Fabrizio Sinisi sposta la vicenda dalla Mosca staliniana alla Milano dei nostri giorni. In una grande metropoli, un evento inaspettato scatena il disordine: l’arrivo di Satana, nella persona dell’enigmatico e oscuro alchimista Voland. Un personaggio ambiguo, un Mefisto dei nostri giorni, la cui unica pietà cade sulla vicenda di uno scrittore fallito e della sua amata Margherita. In una Milano contemporanea e al tempo stesso sospesa nel tempo, un giovane sognatore lavora come custode al Museo di Storia Naturale: nelle lunghe notti di solitudine troverà l'ispirazione per scrivere un romanzo sulla figura di Ponzio Pilato, l'individuo più solo della Storia dell'uomo. Quel romanzo mai pubblicato, figlio di una convinzione tanto grande quanto spericolata, decreterà la sventura del giovane Maestro. Sarà l’intervento di Margherita a trasfigurare la sconfitta esistenziale ed artistica del Maestro in una prova d'amore estrema. La donna si spingerà infatti oltre i limiti dell'umano, stringendo un patto con il diavolo, per ottenere “il perdono del tempo” e riavvolgere per il Maestro il filo del destino. Un gesto impossibile, un tentativo disperato e altissimo di sfidare il senso indecifrabile dell'esistenza con la forza dell’amore. Parallela e centrale quanto quella del Maestro e Margherita è la vicenda di Pilato, il mediocre rappresentante del potere che si ritrova, senza esserne davvero consapevole, interpellato dal più grande evento della storia del mondo.
La sua vicenda attraversa il romanzo come un taglio verticale, una ferita permanente su cui tutta l’opera poggia.

Durata: 2 ore senza intervallo


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