di e con Maurizio Donadoni
regia Paolo Bignamini
scene e costumi studenti del Biennio di Scenografia
dell’Accademia di Brera Eleonora Battisi, Gaia Bozzi, Hefrem Gioia, Martina Maria Pisoni, Giada Ratti, Valentina Silva, Alessia Soressi
coordinati da Edoardo Sanchi
disegno luci Pietro Bailo
assistente alla regia Giulia Asselta
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con Fond’azione dopolavoro
spettacolo realizzato con il contributo di NEXT 2021
Parlando a dei coetanei del tempo, un Giacomo Matteotti poco più che ventenne aveva detto: “Ogni epoca ha avuto i suoi martiri, le sue vittime, gli inutili eroi che, col loro sacrificio, hanno aperto gli occhi e la strada agli altri”.
Vent’anni dopo, il 10 giugno del 1924, in un martedì di sole, a Roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, quello stesso “ragazzo” veniva rapito e ucciso da un gruppo di “arditi” del fascio milanese, squadraccia della cosiddetta “Ceka fascista”, organismo voluto da Mussolini per mettere a tacere gli oppositori al fascismo.
Matteotti Medley ripercorre questa storia. Una narrazione d’un solo attore, ma a molteplici voci, che si espande in uno spazio scenico nitido, scarno e rigoroso: luogo dove il passato prende corpo attraverso corpo e voce dell’interprete; dove il racconto documentale si fa testimonianza funambolica tra grande storia e piccole storie.
Con la regia di Paolo Bignamini, Maurizio Donadoni ci interroga direttamente su questa vicenda, e ci chiama a rispondere a una domanda che suona sempre più fondamentale: che valore ha, per noi, oggi, la democrazia?