testo e regia Bruno Stori e Letizia Quintavalla
con Filippo Carrozzo
musiche Alessandro Nidi
collaborazione per la ricerca storica e la documentazione William Gambetta, Irene Di Jorio, Leonardo Di Jorio
produzione Collettivo artistico Quintavalla, Stori, Carrozzo

Solo sul palcoscenico, accompagnato da un pallone – metafora del mondo – e dalla scritta “Io non sbalio mai”, il dittatore racconta la sua frenetica giornata. Tra abluzioni, condanne ed esecuzioni, discorsi in piazza, ovazioni e promesse di cibo e lavoro, il volto del dittatore si moltiplica su monete, francobolli, foto, busti e statue. Arringa la folla, cerca il consenso, l’approvazione. Nelle sue adunate sta sempre più in alto e chiede al popolo/pubblico di moltiplicarsi: più bambini, più soldati! Nel coro unanime si fa strada un secondo personaggio: Bernardino, un piccolo uomo che si chiede il perché delle cose, che si interroga e riflette sul significato della dittatura. I due personaggi, dialogando direttamente con gli spettatori, immersi in una scenografia che è metafora del bene e del male, si confrontano con gli inganni e le grottesche miserie della dittatura in un viaggio nel passato, ma anche nel presente del condizionamento dei media e della televisione, con gli occhi bene aperti su populismo, pensiero unico, connivenza coi poteri forti. Un monologo tragicomico, una riflessione appassionante e ironica sul significato di democrazia e sull’essere cittadini interpretata dal bravissimo Filippo Carrozzo e ispirata al Grande Dittatore di Charlie Chaplin.

Teatro Renato Borsoni


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