di Tennessee Williams
traduzione Monica Capuani
regia Leonardo Lidi
con Valentina Picello, Fausto Cabra, Orietta Notari, Nicola Pannelli, Giuliana Vigogna, Giordano Agrusta, Riccardo Micheletti, Greta Petronillo, Nicolò Tomassini
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Claudio Tortorici
assistente alla regia Alba Maria Porto
produzione Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale
La gatta sul tetto che scotta viene presentato per gentile concessione de la University of the South, Sewanee, Tennesee

Protagonista dell’ultimo testo di Tennessee Williams è la ricca famiglia Pollitt, originaria del sud degli Stati Uniti. La incontriamo in un momento di crisi profonda: la morte del padre, Big Daddy, è imminente. I Pollitt si riuniscono nella grande proprietà di famiglia per celebrare il suo compleanno, ignari che sarà l’ultima volta. È in questo contesto che emergono l’avidità e la debolezza di carattere dei due figli, ed in particolare il dramma di Brick e di sua moglie Maggie. I due vivono insieme ma da tempo non hanno intimità per volere di lui, che ritiene la moglie responsabile del suicidio dell’amico Skipper. Durante un litigio, Maggie si paragonerà a "una gatta su un tetto che scotta", decisa a non cadere giù: ha lottato per raggiungere il benessere e non vuole rivivere la miseria.

“Torno a Williams – scrive il regista Lorenzo Lidi – perché credo che sia l’autore più utile a comprendere l’importanza dell’analisi della società attraverso la lente famigliare. Williams utilizza il ridicolo per raccontare la tradizionale famiglia americana del Sud, la sua incapacità di avanzare, ferma in un ricordo, pronta a distruggere pulsioni sessuali ‘nocive’ e a nascondere tutta la polvere della società occidentale sotto il tappeto”.

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