dal romanzo di Henri-Pierre Roché
copyright Editions Gallimard - Paris
traduzione Ena Marchi
drammaturgia e regia Paolo Bignamini
con Stefano Annoni, Leda Kreider, Maria Laura Palmeri
spazio scenico e costumi Nani Waltz e Michele Sabattoli
disegno luci Fabrizio Visconti
musiche originali e sound design Jacopo Bodini e La Scapigliatura
aiuto regia Giulia Asselta
training Boxe Francese Savate Giulia Zini
produzione Centro Teatrale Bresciano
progetto “Classici e scena oggi” a cura di Paola Ranzini – Institut Universitaire de France e Avignon Université

in collaborazione con Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali
La commedia Le due inglesi di Henri Pierre Roché è rappresentata in Italia dall’Agenzia D’Arborio 1902 srls

Le due inglesi (1971) è stato a volte definito il film “maledetto” di François Truffaut: tratto dal romanzo epistolare Le due inglesi e il continente (1956) di Henri-Pierre Roché, racconta il triangolo amoroso – autobiografico – tra il francese Claude e due sorelle inglesi, Anne e Muriel.

La pellicola ebbe un'accoglienza tiepida che fece molto soffrire il regista, il quale tagliò quasi mezz'ora del suo film fino ad allora più sentito. Solo poco prima della sua morte, Truffaut rimonterà le scene tagliate, trasformando l'opera in un toccante testamento cinematografico.

Lo spettacolo Le due inglesi, che rilegge per il teatro questa struggente danza dell'amore inafferrabile, continua così il percorso di confronto drammaturgico tra letteratura, cinema e teatro iniziato nel 2017 dal regista Paolo Bignamini con la versione teatrale di Solaris (Lem/Tarkovskij/Sinisi) e proseguito nel 2023 con Hiroshima mon amour (Resnais/Duras/Sinisi).

La drammaturgia si basa in maniera pressoché univoca sul libro di Roché: la peculiare scansione epistolare del romanzo (fatta di lettere spedite e non spedite e di brani dei diari privati dei personaggi) costituisce infatti una caratteristica formale e un vincolo stilistico che sottolineano le prospettive spesso inconciliabili dei protagonisti, il loro incontrarsi e sfuggirsi, il loro mentirsi e ritrovarsi.

Lo spettacolo vuole evocare l’atmosfera “cinematografica” come chiave per la restituzione del romanzo sulla scena. Allo stesso tempo, il linguaggio teatrale porta sul palco, in uno spazio metafisico del ricordo, accanto alle storie dei personaggi, in un gioco di specchi, le nostre storie e i nostri ricordi.

Così, tra isole nel Galles e vie di Parigi, tra baci rubati ed echi del cinema di Wong Kar-wai, ci smarriamo con Claude, Anne e Muriel – interpretati da un cast eccellente – nelle struggenti trame di ciò che è stato o non è stato, di quello che poteva accadere e non è accaduto. Del ricordo che resta vivo come un eterno presente.

Teatro Mina Mezzadri


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