scritto e diretto da Leonardo Petrillo
con Ettore Bassi
produzione Teatro Biondo Palermo
in collaborazione con Saba produzione S.r.l.
Nell’immaginario collettivo, Giuda Iscariota è l’archetipo del traditore. Studiandone la storia e cogliendone il profondo simbolismo, scopriamo che ha molto da dirci”. Da queste riflessioni prende le mosse questo spettacolo in cui Leonardo Petrillo, autore e regista, ricostruisce i passaggi fondamentali della vita di Giuda: dall’incontro con Gesù – folle visionario verso il quale nutriva molti dubbi – sino al fatidico giorno in cui si compì il disegno divino. Un assolo emozionante dove il personaggio di Giuda è reso in scena da Ettore Bassi.
In sala, assistiamo alle rivendicazioni di Giuda: è la sua versione dei fatti su come è andata davvero. Se solo Gesù avesse spiegato il mistero della resurrezione senza ricorrere a incomprensibili metafore, lui e gli apostoli avrebbero compreso il significato di quella morte e non si sarebbero smarriti. Con l’apparizione, poi, il mistero fu svelato agli altri, ma non a Giuda, che si era già tolto la vita, distrutto dal rimorso per il suo tradimento. Questo è lo spartiacque tra lui e gli altri, sostiene il protagonista.
Ascoltiamo la versione dei fatti che Giuda ci consegna: quella di un uomo che, sentendosi ingiustamente discriminato da secoli, si ribella alla “coscienza collettiva” che lo ha classificato come “il traditore”, monito per l’umanità. Giuda non ha però perso la speranza. È tornato a dirci che la sua condanna non è eterna; finirà quando, come ci ha insegnato Papa Francesco, “orgoglio, cupidigia e vanità, le radici del male, saranno estirpate e l’uomo non sarà più prigioniero del pregiudizio”.